Cos’è la concorrenza sleale e come dimostrarla

Cos’è la concorrenza sleale e come dimostrarla

Nel giorno d’oggi si sente purtroppo molto parlare di concorrenza sleale, un fenomeno che col tempo è andato ad aumentare piuttosto che diminuire. Sempre più persone decidono di aprire una propria attività, magari in un luogo già affollato di locali con la stessa finalità. Non sempre si può andare d’accordo con i propri vicini d’affari, anzi a volte si cercare di attuare modi per cercare di rubare la clientela altrui e aumentare sempre di più il proprio bacino d’utenza.
Pensiamo, ad esempio, a ristoranti, bar, palestre ecc., luoghi molto diffusi anche per esempio nello stesso quartiere o addirittura via.
I casi peggiori, addirittura, sono quelli di una concorrenza sleale da parte di un ex dipendente, che per ripicca o altro decide di aprire una propria attività e creare danno alla sua precedente.
Ma dal punto di vista giuridico e amministrativo, cosa si intende per concorrenza sleale? E come fare a contrastarla? Proviamo a scoprirlo di seguito.

Cos’è la concorrenza sleale

Con questa specifica terminologia si intendono tutti quegli atti o comportamenti volti a danneggiare economicamente o non un’altra attività, per un motivo personale o principalmente per favorire la propria impresa. Sono tutti quegli atti vietati dall’art. 2598 del Codice civile, che esprime chiaramente quei comportanti non idonei e che non consentono di svolgere la normale, corretta e leale competizione di mercato tra due o più attività simili nel proprio settore.
Nel Codice civile esiste un capitolo specifico anche per i dipendenti o ex-dipendenti di un’azienda. Quest’ultimo, infatti, non deve né divulgare informazioni attinenti all’organizzazione e ai metodi di produzione dell’impresa, nè farne uso personalmente per un proprio tornaconto.
La concorrenza sleale da ex dipendente purtroppo è un fenomeno ancora ampiamente diffuso.
Ma quali sono gli atti specifici che rientrano nella categoria della concorrenza sleale? La materia è di per sè molto lunga, articolata e complessa.
L’aspetto principale che configura un possibile reato di questo genere è sicuramente la presenza di elementi che causa un conflitto o concorrenza tra due o più attività. Ciò che non è possibile fare, secondo il Codice civile, è:

  • atti di confusione, come imitare i prodotti di una determinata attività, chi cerca di creare confusione all’azienda rivale, incluso ai propri clienti ecc.
  • atti di denigrazione, anche pubblici e rivolti a più persone, sia con notizie vere che possono determinare discredito della stessa, sia false e immaginarie.
  • atti contrari alla correttezza professionale, svariati e che possono essere sia impliciti sia espliciti. Sono contenuti nell’art 1175 del Codice civile.
  • dumping, ovvero la vendita di propri prodotti a prezzi esageratamente bassi, solo ed esclusivamente per eliminare la concorrenza altri.
  • storno di dipendenti, ovvero il costringere i dipendenti di altre aziende di licenziarli, per poi assumerli direttamente, solo al fine di portare danno e diminuire la produttività dell’attività, tutto a proprio vantaggio.

Come difendersi dalla concorrenza sleale

Il miglior modo per evitare questo problema e non perdere effettivamente produttività è quello di intervenire e dimostrare giuridicamente la concorrenza sleale. Lo studio legale Adamo offre supporto per questi casi, accogliendo tutte le richieste dell’impresa e analizzando nel dettaglio i vari atti commessi dall’azienda concorrente al fine di creare danno.
Tramite analisi approfondite sarà possibile analizzare nel dettaglio il comportamento dell’azienda rivale e tutte le possibili opzioni illegali che sta commettendo, come ad esempio il dumping o lo storno di dipendenti.
Le investigazioni hanno dunque l’obiettivo di raccogliere più dati e prove possibili da portare poi insieme in ambito legale per far cessare l’attività di concorrenza sleale dell’attività e ottenere un risarcimento economico.