I pregi della manifattura additiva, spiegati bene

I pregi della manifattura additiva, spiegati bene

La manifattura additiva si sta posizionando come tecnologia alternativa a quelle usate canonicamente per la produzione di oggetti. Per una moltitudine di applicazioni risulta già più conveniente, pratica ed economica rispetto alla produzione tradizionale, e l’impressione è che ci si trovi di fronte a una rivoluzione silenziosa che non è ancora al culmine del suo potenziale. Silenziosa poiché al grande pubblico non è ancora chiaro lo stato dell’arte di questa tecnologia, e nemmeno a molti addetti ai lavori. Anche per questo nei paragrafi a seguire esploreremo che le caratteristiche vincenti di questa tecnologia e perché bisognerebbe tenerla altamente in considerazione per avvantaggiare il proprio business.

Soluzione più economica per i prototipi

Innanzitutto bisogna precisare quale sia la principale applicazione della stampa 3D, come evidenziato anche da alcune ricerche di mercato: la prototipazione rapida. La creazione di un prototipo è fondamentale in tutti i campi che comprendono una componente di design. Lo studio delle forme è fondamentale per la buona riuscita di un progetto. Avere uno strumento che stampa il prototipo in tempi ragionevoli è sinonimo di grande facilitazione. Avere uno strumento che fa questa cosa a prezzi contenuti è un plus ancora migliore.

La prima grande differenza con i sistemi produttivi canonici è infatti questa: con la stampa 3D il costo non scende man mano che aumentano le unità prodotte, ma resta costante. Questo significa che la convenienza dello strumento emerge nella produzione di uno o pochi oggetti, al contrario per la produzione in serie su numeri elevati la produzione additiva non è ancora competitiva.

Attesa ridotta al minimo

Sui tempi di attesa per vedere un oggetto stampato, questi dipendono dal macchinario che si va a utilizzare. La premessa d’obbligo è infatti che il termine “stampa 3D” sia una categoria generica in cui rientrano diversi tipi di processi produttivi. In comune questi processi hanno l’addizione di materiale strato su strato fino a formare l’oggetto finito, ma il modo di arrivare al risultato è diverso. Tra le macchine più veloci disponibili al momento (come si può apprezzare dal catalogo di un noto rivenditore italiano sono molteplici) ci sono le stampanti a tecnologia Multi Jet Fusion della casa produttrice HP. Sono prettamente a uso industriale, nel senso che per costo e dimensioni sono fuori dalla portata di piccole aziende e singoli makers. Hanno il pregio di poter ricreare dettagli minimi con grande precisione e, sul tema della velocità, chiudere un ciclo di stampa in mezza giornata. Un dettaglio non da poco per chi sta lavorando al perfezionamento di un prototipo e ha bisogno di avere l’oggetto finito nel miglior tempo possibile.

Customizzazione e nuovi orizzonti

Oltre a velocità e costi ridotti per le tirature basse bisogna, infine, considerare l’abbattimento dei limiti tecnici che questa tecnologia comporta. Il fatto che gli oggetti possano essere stampati in pezzi da assemblare, ma anche in un’unica soluzione, apre le porte a design finora impensabili. Catene, ad esempio: un oggetto composto da anelli che devono essere intrecciati tra loro, e che la stampa 3D sa creare con l’intreccio già realizzato. I limiti al design diminuiscono e le possibilità aumentano, per questo da un punto di vista progettuale la stampa 3D si candida a ripensare la forma di alcuni oggetti di uso comune, la creazione di nuovi che finora non erano concepibili.

Peraltro i migliori service di stampa offrono una consulenza professionale anche nella vera e propria fase di studio dell’oggetto. Così queste aziende fluidificano il flusso che parte dall’idea e arriva alla sua manifestazione conclusiva. I materiali utilizzabili e le finiture applicabili sono già molteplici. La Stampa 3D è in grado di stampare il metallo, il vetro, financo il legno, ovviamente sempre usando dei polimeri che riproducono artificialmente le caratteristiche di quei materiali. E tutto quanto detto finora è il frutto di un’invenzione che ha soli quarant’anni e ancora ampi spazi di sviluppo innanzi, che si spera la inseriscano sempre di più come tecnologia determinante nei flussi produttivi.